Paese che vai, usanza che trovi

Noi italiani utilizziamo molto il linguaggio del corpo per comunicare: un’ampia gestualità aiuta infatti a farsi capire dal proprio interlocutore, a maggior ragione se questo non parla la nostra lingua.

Ma attenzione: se andate in viaggio all’estero, un gesto da noi considerato amichevole o un’usanza abituale potrebbe trasformarsi in un insulto per gli abitanti del posto. Elenchiamo qualche curiosità per aiutarvi a non diventare inconsapevolmente offensivi.

Si parte dal palmo della mano aperta rivolto verso l’altra persona, che per noi può solo voler dire “no, basta così”, da non fare in Grecia: il gesto, chiamato “moutza” veniva usato per esprimere disgusto, ed è offensivo, tanto che per indicare cinque con le mani i Greci tengono sempre il palmo rivolto verso di se. Lo stesso segnale in Pakistan  è considerato un gesto offensivo.

 

Vi hanno portato un piatto locale squisito e volete comunicare la vostra approvazione al cameriere? Non fatelo col pollice in alto, alla Fonzie per intenderci, se vi trovate nei Paesi arabi, in Sud America e nell’Africa Orientale: è un gesto osceno!

 

Il gesto che usiamo per dire ‘OK’, con pollice e indice che si incontrano a formare un cerchio in Brasile diventa un insulto se il palmo viene rivolto verso sè.

 

In Cina, Thailandia e Filippine non fate gli ingordi e lasciate qualcosa nel piatto al termine di un pasto. Si tratta di un’offesa al cuoco. Bisogna lasciare qualcosa, altrimenti indicherebbe che non vi è stato dato abbastanza cibo.

Indicare con il dito una persona per noi occidentali è sintomo di mancanza di tatto, fino a sfiorare la maleducazione, in Cina, Giappone o Vietnam, diventa a tutti gli effetti offensivo. Infatti il galateo di questi paesi prevede che per indicare qualcuno lo si faccia con tutta la mano e non solo con un dito.

Un gesto simile lo ritroviamo anche nell’abitudine coreana di far cenno con entrambe le mani (ad esempio al ristorante, dove il cameriere vi indicherà in tal modo il tavolo a voi riservato), lo stesso vale per porgere il proprio biglietto da visita è gesto da non fare con una sola mano.

In oriente è il rapporto con il corpo che cambia nettamente rispetto alle nostre abitudini. In Giappone, il mostrare i denti è considerato scortese, infatti un giapponese si coprirà la bocca nel corso della conversazione, o sbadiglierà, o ancora riderà.

Nel mondo asiatico non si danno pacche sulle spalle e non si indica con i piedi, considerati la peggiore parte del corpo, inoltre non si accavallano le gambe a tavola.

In Thailandia non si tocca la testa alle persone (ai bambini in particolare in quanto il capo è considerato la sede dell’anima).

In Nepal non ci si deve assolutamente lamentare della lentezza del servizio, inoltre non ci si alza mai da tavola mentre si mangia con un gruppo di amici o a casa di qualcuno, se tutti non hanno finito. E se proprio capita di doversi assolutamente alzare per qualche bisogno impellente o andar via per impegni improrogabili, ci si scusa dicendo: “BISTII KHAANUS”, ovvero “SI PREGA DI MANGIARE LENTAMENTE.”

Nel mondo orientale per i saluti, ci si inchina.

Inoltre, i regali non devono avere mai un valore troppo elevato; bisogna fare attenzione anche all’involucro del regalo che verrà considerato con la stessa attenzione del contenuto. In genere bisogna evitare il bianco e il nero (colori utilizzati per il lutto), e fare attenzione sul colore rosso: tinta abitudinaria in Cina, ma non va assolutamente proposta in Corea.

Non regalate mai oggetti appuntiti come coltelli, forbici e tagliacarte, così come tutte le cose che servono a segnare il tempo dall’orologio al calendario, e siate pronti ad insistere se la persona fa gesto di rifiuto al vostro regalo: anche questa è un’usanza codificata, quindi siate pronti ad essere suadenti!

Succede raramente che il regalo venga aperto di fronte alla persona che lo ha offerto, dato che tale gesto è considerato di cattiva educazione.

Il comportamento è riferibile all’incapacità dei giapponesi di dire “no”: una domanda molto precisa può ricevere quindi una risposta vaga, così come un’indicazione data può rivelarsi falsa. La persona si sente infatti nell’obbligo di rispondervi, anche se non ha l’informazione richiesta, questo succede per il semplice fatto che ammettere di non sapere qualcosa significa perdere la faccia di fronte alla società.

Nell’arcipelago indonesiano non si discute con una persona tenendo le mani sulle anche, in quanto considerato segno di sfida.

Generalmente in tutto il continente asiatico si raccomanda un atteggiamento di estrema cortesia con le persone del luogo.

Non consegnate regali con la mano sinistra nel mondo orientale e medio-orientale, perchè quella è la mano con cui ci si lavava in tempi primordiali.

In Marocco gli uomini difficilmente interagiscono pubblicamente con le donne, addirittura non le salutano, se sono in compagnia maschile, perchè per loro è una mancanza di rispetto. Non hanno l’usanza di stringersi la mano come saluto o presentazione.

I Paesi arabi sono capaci di sorprenderci per il “rovesciamento” di alcuni gesti a noi conosciuti.

In Giordania, per esempio, fate attenzione a non fare il nostro tipico gesto che significa “cosa vuoi?” o “che significa?” (con le punta delle dita della mano unite verso l’alto): non offenderete nessuno, ma sappiate che qui significa “aspetta!”.

In questi Paesi è comune vedere due uomini o due donne camminare per strada tenendosi per mano: il gesto non è segno di omosessualità, bensì di amicizia.

Le persone invece di sesso opposto non devono toccarsi; per le donne in Arabia Saudita è sconsigliato salutare un uomo per strada, dato che le leggi religiose del Paese lo considerano altamente immorale.

Nei Paesi di religione musulmana, fate attenzione a come vi sedete: qui è considerato offensivo mostrare la suola delle scarpe o la piante dei piedi agli altri.

Come in tutti i Paesi musulmani, il rapporto al corpo prevede nel caso delle donne un’attenzione particolare alla copertura dei capelli, e una tenuta vestimentaria corretta.

Attenti a come mettete le mani anche se fate un viaggio nel Regno unito, Irlanda e Australia: il gesto di vittoria fatto con indice e medio sollevati significa ‘Vai a quel paese’ se il dorso della mano è rivolto verso l’interlocutore.

 

Nei ristoranti svedesi è bene non far tintinnare i bicchieri durante un brindisi, piuttosto è consigliabile lasciarsi andare ad un fragoroso applauso.

 

Gli alcolici per i russi sono un elemento fondamentale della dieta quotidiana, quindi sappiate che se bevete con dei russi, è considerato piuttosto maleducato non finire il proprio bicchiere d’un fiato, in particolare se si tratta di vodka. Inoltre, è meglio non regalare un numero pari di fiori ad una donna: infatti in quantità pari sono usati solo per i funerali.

(Fonte web)

Informazioni Voyager Caffè
Voyager Caffè è il punto di incontro per tutti coloro che cercano una location concettuale dove il viaggio si sceglie in base alle passioni legando ad esse quelle destinazioni che meglio di altre, possano regalare l'emozione di ritrovarsi fluttuanti in un sogno reale tra sguardi, profumi, paesaggi sconfinati, inaspettati, desiderati. Voyager Caffè come travel lounge, è un vero e proprio salotto del viaggiatore, dove ci si può dedicare alla lettura tra un drink o un caffè, scambiarsi esperienze di viaggio, soffermarsi su differenze culturali per riflettere su quanto ancora può esserci da imparare, da vedere oltre a quanto da noi quotidianamente vissuto. Potrete partecipare ad eventi periodici che vi faranno vivere destinazioni vicine e lontane attraverso immagini e parole.

Lascia un commento